Michele Chiarlo: cantina innovativa, per tradizione
31 marzo 2021
I meravigliosi crus del Piemonte si intrecciano tra di loro per dar vita a una collezione di vini che hanno riscosso, negli anni, riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Michele Chiarlo, vini delle Langhe.
Nata e cresciuta solo con vitigni autoctoni, l’azienda Michele Chiarlo ha puntato tutto sui territori del Monferrato e delle Langhe, coltivando vitigni importanti come il Nebbiolo, il Barbera e il Monferrato, espressioni autentiche della millenaria cultura dell’enologia di questi luoghi. La cantina Michele Chiarlo eredita passioni e tradizioni da cinque generazioni, nate dalla viticoltura di cinque ettari di Barbera e Moscato, vitigni poco sfruttati nei primi anni di produzione.
Il Barbera è un vino rinomato per il suo perfetto equilibrio sensoriale. Ma è sempre stato così? In realtà, agli esordi, il vino Barbera presentava un’acidità molto alta e, in quei tempi, i metodi per mitigare questo fenomeno erano due: la disacidazione con carbonato di calcio, che però dava vita a risultati pessimi, e il taglio con altri vini (soprattutto del sud), che favoriva la crescita di vini discreti, ma lontani dalla vera essenza del Barbera e con una dispersione della tipicità del vino di Asti. Michele Chiarlo è stato il primo a introdurre nel 1971 la fermentazione malolattica che ha permesso al vino di raggiungere un’acidità bilanciata e una totale armonia tra tutte le sue caratteristiche.
Il Barbera ha saputo vincere una grande scommessa; è un vino vincente perché nella cultura enologica degli ultimi 15/20 anni, i vini più spinti sul mercato sono stati quelli muscolosi e corposi, mentre nell’ultimo decennio le tendenze sono state affinate e indirizzate verso gusti più freschi e delicati, vini bevibili e molto piacevoli. È per questo che il Barbera viene esportati in oltre 60 mercati esteri e si abbina facilmente alla cucina speziata di numerose etnie.
Le prime produzioni dell’azienda sono state il Barbera e il Barolo; nello specifico, per la nascita del Barolo Michele Chiarlo, la cantina è stata una delle prime in Italia a sperimentare il diradamento dei grappoli delle vigne, trasferito nel tempo anche ai vigneti di Barbera per ottimizzare la resa per ettaro (circa 90 quintali per ettaro), senza inficiare sulla bontà finale del prodotto. Tra le meraviglie di casa Michele Chiarlo c’è anche il Nizza che vede le sue origini nel 1990, ma viene realizzato solo nel 2000. Un vino diventato, dopo decenni di progresso, una denominazione che supera il milione di bottiglie e che si distingue in Nizza e Nizza Riserva: vini realizzati con diversi sistemi di vinificazione, ma entrambi regalano una qualità massima.
La produzione dell’azienda piemontese non è incentrata solo sul vino, ma anche nella promozione del territorio, una realtà racchiusa in paesaggi incantevoli, un’ottima cucina e ospitalità delle aziende locali: caratteristiche che hanno permesso ai territori del Monferrato e delle Langhe-Roero di rientrare nei siti Unesco italiani. Un’eccellenza che ha permesso a questo territorio di elevarsi a livello nazionale è sicuramente il Moscato, un gioiello enologico poco valorizzato in passato, introdotto per la prima volta nella ristorazione americana proprio dalla famiglia Chiarlo. Un prodotto che negli anni è diventato un lusso, un’etichetta di moda ed eleganza, sintetizzata nello sfavillio del Moscato d’Asti.
L’alto quantitativo di bottiglie vendute è dovuto alla grande richiesta da parte degli esperti del settore, ma anche dai non intenditori che si affacciano nel mondo enologico. Le nuove generazioni hanno permesso all’azienda di continuare a coltivare con entusiasmo passione e dedizione per le terre piemontesi: un fermento che ha investito sia i nuovi imprenditori, sia la massa critica. Il futuro della cantina Michele Chiarlo risiede nella conservazione della qualità acquisita dopo gli attenti processi di vinificazione progrediti negli ultimi decenni; col tempo i vini hanno sempre subito notevoli influenze nel loro carattere, nel gusto e nei sapori. L’intento aziendale è quello di realizzare vini con tecniche che non inficino sulle peculiarità originali, sfruttando al massimo il potenziale varietale dei vitigni e i loro terroir.